Sostenibilità e norme UE: un rinvio per le aziende, ma la strada è tracciata
Il Parlamento Europeo dice “sì” al differimento, la direzione da prendere è comunque chiara e chi prende sul serio la sostenibilità avrà un vantaggio competitivo.
Il Parlamento Europeo ha recentemente approvato il rinvio al 2027 delle nuove norme su sostenibilità e dovere di diligenza per le PMI, concedendo così più tempo alle aziende per adattarsi.
Per le piccole e medie imprese il rinvio rappresenta un’occasione per prepararsi senza fretta. Approfittare di questo periodo per investire in LCA, ottimizzare i processi e formare i team sarà cruciale per le aziende che intendono restare competitive in un mercato sempre più attento alla sostenibilità.
Giovedì scorso, a Strasburgo, il Parlamento Europeo ha approvato con 531 voti a favore il cosiddetto “Stop the clock”: un pacchetto di misure che posticipa l’entrata in vigore di alcune norme su sostenibilità e dovere di diligenza per le aziende.
Cosa cambia nel concreto?
- Grandi aziende (oltre 5.000 dipendenti o fatturato >1,5 miliardi): dovranno adeguarsi entro il 2028 (invece che 2027).
- Medie imprese (250-3.000 dipendenti): slittamento di 2 anni per la rendicontazione di sostenibilità (primo report nel 2028).
- PMI quotate in borsa: ancora un anno in più (2029).
Perché questo rinvio?
La Commissione UE ha ascoltato le preoccupazioni delle aziende, soprattutto quelle più piccole, che chiedevano più tempo per adattarsi senza stravolgere i bilanci. Ma attenzione: non è una marcia indietro.
“Il rinvio non significa abbassare l’asticella”, ha chiarito un portavoce del gruppo PPE. “Serve a evitare caos burocratici e dare a tutti gli strumenti per fare bene.”
Cosa fare ora?
Per le aziende questo periodo extra è un’occasione d’oro per:
- Fare un check-up della filiera (dai fornitori ai trasporti).
- Investire in formazione su LCA e Carbon Footprint.
- Preparare comunicazioni chiare per i consumatori (no al greenwashing!).
Seguire questi passi consente di divenire dei punti di riferimento per le imprese del proprio settore, esempi virtuosi da seguire, perchè ad esempio se un’azienda inizia oggi a misurare la sua impronta ambientale, nel 2028 avrà già dati solidi per differenziarsi sul mercato.
L’Europa ha scelto la flessibilità, ma la direzione è inequivocabile e chi ignora la sostenibilità resterà indietro mentre per le aziende più lungimiranti, questo rinvio potrebbe trasformarsi in un vantaggio strategico.
*(Fonte: Parlamento Europeo, 03/04/2025)*